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Il territorio del parco

Il Sillaro

Il Sillero, Ascelera, Xellera, Scellare ha origine da sorgive, nel territorio del Comune di Dresano, in sponda sinistra del Cavo Marocco; la sezione in tale punto è limitata, per poi aumentare, al fine di ricevere le acque colatizie dei terreni agricoli latitanti le sponde.

“Scorre per Isola Balba, Modignano e Tavazzano, ove vien fatta una prima estrazione di acqua per l’irrigazione: prosegue aumentando rapidamente di portata, così da assumere l’aspetto di un fiumicello, e per vie tortuose serpeggiando, a seconda del declive del terreno, giunge a Bagnolo e a Lodivecchio”[1].

Qui, quando esisteva la vecchio città di Laus Pompeia il Sillaro formava un’ampia fossa esterna e oggi si ramifica in due cavi: un cavo irrigatorio chiamato roggia Donna che scende fino a S. Angelo, mentre il resto delle acque piega ad ovest e sbocca nel Lambro a Salerano. 

“Nel territorio intorno ad Isola Balba, esistevano, intorno al 1780, piccoli collettori di sorgive e colatizie, detti “Sileri”, che, non trovando sfogo, specie durante l’estate davano luogo a ristagni ed impaludamenti, con grave pregiudizio della pubblica salute.

Il Governo della Lombardia Austriaca, volendo bonificare le zone paludose e ridare alla coltura quei terreni fino allora infruttiferi, prese l’iniziativa di studiare il modo di raccogliere e convogliare le acque, anche allo scopo di poterle poi condurre, oltre il Lambro, sul territorio pavese,…… le opere vennero eseguite nel triennio dal 1783 al 1786, con l’apertura di un nuovo cavo (in gran parte allargamento e sistemazione del preesistente alveo della antica roggia Donna) che prese poi il nome di Silero o Sillaro.

Nel tratto a monte, fino ad Isola Balba, furono scavati parecchi nuovi tronchi e cavetti, per la raccolta delle acque stagnanti o di sortume, mentre per il resto, fino sotto l’abitato di Lodi Vecchio, fu utilizzato appunto il cavo della roggia Donna, come quello che, essendo più depresso, meglio si prestava allo scopo” [2].

Sempre a Lodi Vecchio vi sono altri due scoli che percorrono l’antico letto del Sillaro: il Cavetto Lodi Vecchio e la Balzarina; si prosegue poi con il Sillaro Bargana, il Sillaro di Pieve, il Sillaretto, il Sillaro di Borghetto, il Sillaro di Villanova (in località Monticelli Sillaro).

“Certo anticamente era ricchissimo di acque, come lo dimostrano le rive sue scaglionate a guisa di terrazzi: i paesi che contornano ed occupano la zona da cui il Sillero trae origine col suffisso in ano, quali Cervignano, Marzano, Muzzano, Dresano, Mulazzano, Tavazzano, Modignano, Quartiano, e gli altri di Paullo, Isola Balba, ecc., ci danno a conoscere la qualità del terreno che dava origine al fiumicello” [3].

Il tronco che raggiunge Pieve Fissiraga lambisce la località Pezzolo ove transitava l’antica Strada Romea : ne è testimonianza un avanzo di canale in muratura che serviva sicuramente quale basamento di un ponte.

A fini irrigui si sa’ che “il Demanio nel 1780 per lo scarico di acque stagnanti a Roncomarcio e superiormente a Mulazzano acquistò la roggia Donna dalle vicinanze di Isola Balba a Lodi vecchio immettendovi i Silleri di Casalmaiocco, Bolenzano e Roncomarcio, nell’intenzione di sorpassare colle acque così raccolte il Lambro a Saleranno per condurle ad irrigare quei terreni che poi lo furono … col cavo di proprietà Marocco.

Ma questa immissione dei detti Sillari in roggia Donna fu così malfatta che non solo gran parte delle sorgive non è richiamata, ma i terreni da prosciugarsi rimasero acquitrinosi e palustri e le mal dirette acque vanno tuttora a perdersi in parte nel Lambro in testa del ponte di Salerano…..Questi cavi raccoglierebbero per avventura le acque che dal fondo di Muzza si disperdono traverso le ghiaie sottostanti alla superficie meno permeabile dei terreni limitrofi, producendo a questi sortume e diminuendo la massa d’acque della Muzza che è notorio ne deriva assai maggior competenza che non ne eroghi per le bocche che sono in essa aperte.

I Silleri così aperti accennerebbero alla ripresa di quei concetti che erano nella essenza e nella mente degli ordinamenti originari di Muzza; pei quali i residui e i coli dovevano ritornare in proprietà del canale distributore[4].”

Le sponde ed il fondo del Sillaro sono prevalentemente in terra salvo alcuni tratti molto brevi in muratura, in ciottoli ed in pietrame.




[1] da “Il grande canale Muzza”, pag. 89-90.

[2] da “Il grande canale Muzza”, pag. 190.

[3] da “Lodi e il suo territorio”, pag. 91.

[4] da “Lodi e il suo territorio”, pag. 152.


 

 

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La fiorente pianura lombarda è zona tra le meglio organizzate del mondo dal lato tecnico, e tra le più produttive, in cui accanto ai prati (prevalenti) e ai cereali prospera una intensa pioppicoltura, che fiancheggia con alte cortine i canali irrigui e ripartisce il territorio a scacchiera, quasi in una successione architettonica di raccolte stanze verdi.

Giovanni Haussmann, La terra e l’uomo.

Saggio sui principi di agricoltura generale, Boringhieri, Torino 1964

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