Laus Veteris conosce lo splendore molto tempo prima della nascita di Cristo, come Laus Pompeia, da insediamento risalente all’età del bronzo fino a villaggio celtico, poi municipio romano, sino a trasformarsi in borgo medievale. La sua localizzazione era strategica, al punto di incrocio di tre grandi strade che collegavano città già importanti all’epoca: da Piacenza a Milano, da Pizzighettone a Milano e da Pavia a Brescia. Laus ebbe l’onore di ospitare Sant’Ambrogio e il martirio dei milanesi Naborre e Felice, decapitati presso il Sillaro durante le persecuzioni dei cristiani volute da Diocleziano e Massimiano.
Ma il destino della città era segnato dall’antica rivalità con la popolazione di Milano: il 15 aprile 1111, da Mediolanum, una colonna di soldati entrò in Laus, seminando panico e morte; ma la morsa finale fu stretta nel 1158, con la distruzione “ad imis fundamentis”. Lì finiva Laus: la storia di poi è quella di Lodi Vecchio.
Nel comune situato tra il fiume Lambro e il canale Muzza oggi vi abitano 7401 persone (ISTAT 2011); negli ultimi anni si è registrato un incremento demografico, economico e sociale grazie allo sviluppo urbanistico ed edilizio, attraverso la costruzione di case popolari, attività economiche e civili e la ristrutturazione del vecchio centro.
Per l’immigrazione delle cascine e dei paesi limitrofi, specie durante gli anni ’60, Lodi Vecchio ha pressoché raddoppiato il numero dei suoi abitanti e quindi può a ragione essere considerato il più grande dei piccoli centri del lodigiano.
Alla tradizionale attività agricola, che conta oggi numerose aziende con attrezzature moderne, si è affiancata l’iniziativa industriale, con imprese che operano nei più svariati settori tra cui metallurgico, chimico, meccanico, lavorazione del legno, vetro e materie plastiche. La produzione che in quest’ultimo periodo ha avuto un incremento maggiore è soprattutto legata all’artigianato e alla media e piccola industria, che conta una sessantina di imprese.
La forza lavoro impiegata è fra l’altro aumentata a oltre 1600 unità, riducendo parzialmente il pendolarismo.
Il Comune di Lodi Vecchio ha destinato al PLIS dei Sillari un’area di 45,04 Ha (il 2,81 della superficie comunale e il 3,43% dell’intero parco) che vanno ad incrementare l’area comunale già destinata ad un Parco Locale di Interesse Sovracomunale e cioè al PLIS del Lambro Meridionale: è fortemente auspicabile l’unione di queste due aree che costituirebbero un corridoio ecologico di notevole impatto sul territorio provinciale.